La gravità e l'esito della malattia di coronavirus 2019 (COVID-19) dipendono in gran parte dall'età di un paziente. Gli adulti di età superiore ai 65 anni rappresentano l'80% dei ricoveri e hanno un rischio di morte di 23 volte maggiore rispetto a quelli di età inferiore ai 65 anni. Nella clinica, i pazienti COVID-19 presentano più comunemente febbre, tosse e dispnea, e da lì la malattia può progredire nella sindrome da distress respiratorio acuto, consolidamento polmonare, sindrome da rilascio di citochine, endoteliite, coagulopatia, insufficienza multipla di organi e morte. Comorbidità come le malattie cardiovascolari, il diabete e l'obesità aumentano le possibilità di malattie mortali, ma da sole non spiegano perché l'età sia un fattore di rischio indipendente. Qui, presentiamo le differenze molecolari tra giovani, di mezza età e anziani che possono spiegare perché COVID-19 è una malattia lieve in alcuni, ma in pericolo di vita in altri. Discutiamo anche diversi orologi biologici che potrebbero essere utilizzati in combinazione con test genetici per identificare sia i meccanismi della malattia sia gli individui più a rischio. Infine, sulla base di questi meccanismi, discutiamo di trattamenti che potrebbero aumentare la sopravvivenza delle persone anziane, non semplicemente inibendo il virus, ma ripristinando la capacità dei pazienti di eliminare l'infezione e regolare efficacemente le risposte immunitari
Perché COVID-19 colpisce in modo sproporzionato le persone anziane?
Aggiornamento: 13 ago 2020
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